Costellazione Familiare Sistemica per RI trovare l'armonia dell'anima tramite la simbologia , l'analisi dell'albero genealogico e le leggi delle costellazioni sistemiche Lavorando in modo esperienziale e sistemico sul tema natale si possono osservare le caratteristiche di tutti i rappresentanti del sistema familiare, le storie degli antenati con i loro copioni temi e dinamiche e RIcreare i giusti equilibri
Wednesday, August 24, 2022
Friday, April 29, 2022
COSTELLAZIONI FAMILIARI
Spesso la nostra vita viene condizionata da
destini e sentimenti che non sono veramente nostri,
anche malattie gravi, desiderio di morte,
problemi sul lavoro possono essere dovuti a grovigli
sistemici familiari che vengono portati
alla luce attraverso il processo delle Costellazioni.
Sembra che continui ad agire dentro di noi
una struttura arcaica, cieca e inconscia, preposta alla
coesione e all'appartenenza nel sistema
familiare. Per questo, se in una famiglia è stato dimenticato
un membro o escluso, per questa legge
inconscia, un altro membro giovane, di generazioni
successive, che nulla sa di questo suo
predecessore, porterà su di sé il destino di questi e cercherà di
seguirlo nella sua tragica sorte.
Le Costellazioni Familiari, messe a punto
da Bert Hellinger consentono di scoprire, portare alla luce
e sciogliere "irretimenti"
familiari che si trasmettono di generazione in generazione e che sono
causa di malattie e disturbi psichici e
fisici.
Rappresentano dunque un valido contributo
per affrontare varie problematiche, siano esse
relazionali, professionali o legate a
malattie.
Per cogliere appieno il significato di
questo approccio è importante assumere una prospettiva
sistemica. In un sistema il singolo non è
importante di per sé ma in funzione di qualcosa di più
grande, il sistema appunto. Esistono tanti
sistemi, quello che ci viene in mente subito è l'ecosistema,
di cui si parla molto, c'è anche un sistema
azienda, un sistema famiglia e così via.
Attraverso il metodo delle Costellazioni
Familiari possiamo allora rendere consapevoli certi
processi destinati normalmente a restare e
agire nell'oscurità e nello stesso tempo ristabilire il
collegamento con le forze vitali delle
origini, in accordo e all'unisono con gli "ordini dell'Amore".
Che cosa era quest’ ordine dell’amore? Ognuno nella famiglia ha lo stesso diritto di
appartenenza. Molti
problemi in una famiglia, anche malattie, hanno le loro radici nell’esclusione
di un membro della famiglia.
Bert Hellinger parte dal principio che il
metodo fenomenologico e di conseguenza le costellazioni
familiari, non possa essere insegnate ma
derivino dall'allenamento e dall'esperienza. Questo perché
non si tratta di trasmettere un sapere ma
di esporsi ai fenomeni, senza alcun obiettivo stabilito o
conoscenza prelminare.
Le costellazioni familiari
sono un metodo all’avanguardia per
poter indagare le
ragioni di alcuni
comportamenti ripetitivi che portano disagio nella nostra vita e di
cui spesso non riusciamo a capire le cause, in quanto esse
possono essere riposte nella
storia delle relazioni familiari che ci hanno preceduto, e che
noi semplicemente reiteriamo
per amore cieco dei nostri genitori, dei nostri avi e del nostro
sistema familiare di origine.
Con il metodo delle costellazioni familiari è possibile non solo
andare a individuare questi
comportamenti, ma anche scoprirne
le cause, accettarle e affrontarle
consapevolmente. In tal
modo si getta una luce chiarificatrice sulle dinamiche, anche le
più nascoste e le più inconsce, presenti nella nostra famiglia,
sia in quella d’origine che
nell’eventuale famiglia attuale, e si possono aprire orizzonti di serenità e realizzazione
piena nella nostra vita.
Il metodo delle costellazioni
familiari è nato in Germania, grazie all’opera dello
psicoterapeuta Bert Hellinger, e si sta diffondendo in tanti
altri paesi per la sua efficacia e il
suo carattere innovativo. Le costellazioni familiari possono poi
essere applicate anche per
migliorare la propria vita in altri contesti, come quello
lavorativo
Tra i principali elementi
teoretico/pratici delle Costellazioni Familiari si distinguono i
costrutti riguardanti gli ORDINI DELL'AMORE:
la LEGGE
DELL'APPARTENENZA;
la LEGGE
DELL'ORDINE SACRO;
la LEGGE DELL'EQUILIBRIO;
e le varie DINAMICHE SISTEMICHE FAMILIARI quali:
la LEALTA'
FAMILIARE;
l'AMORE
CIECO;
l'IRRETIMENTO
;
il MOVIMENTO
INTERROTTO;
Nella famiglia, in particolare, assumono importanza nel creare
disfunzioni e disturbi le
confusioni fra ruoli
e funzioni adulte ed infantili: ad esempio la funzione di un
padre
assente svolta impropriamente da un figlio maschio che, facendo
un salto generazionale,
diventa il marito-figlio della madre; oppure un figlio che
addirittura vuole insegnare ai propri
genitori come essere genitori, eseguendo un doppio salto
generazionale andando a
ricoprire il ruolo proprio dei nonni.
Appartenenza
Non sei tenuto a venerare la tua famiglia, non
sei tenuto a venerare il tuo paese,
non sei tenuto a venerare
il posto dove vivi,
ma devi sapere che li hai,
devi sapere che sei parte di loro.
Philiph Roth
Il senso di appartenenza è uno dei
principi fondamentali nel lavoro con le Costellazioni
Familiari.
Tutti i membri di una
famiglia hanno lo stesso diritto di appartenere a quella
famiglia, è un
diritto irrinunciabile, che si acquisisce per il semplice fatto di avere due
genitori, o meglio ancora, per il solo fatto di essere stati
concepiti da due membri
appartenenti a un sistema. Questa consapevolezza risponde a una
categoria di bisogni
fondamentali secondo Maslow, il bisogno di appartenenza, che
serve a dare sicurezza e
protezione, fiducia e serenità rispetto all'ambiente circostante
e alle persone vicine.
La Legge dell'Appartenenza dice:
"ogni membro di un
sistema familiare ha diritto di fare parte del sistema-famiglia e
conseguentemente nessuno
può esserne escluso, per nessun motivo".
Ciò che spesso accade è che alcuni membri vengono dimenticati, esclusi, ad
esempio
perché sono gravemente malati o muoiono molto piccoli o in
circostanze particolarmente
dolorose (ad esempio uccisi o dispersi in guerra). Alcuni
vengono dati in adozione e così
facendo perdono la possibilità di sentirsi parte della loro
famiglia di origine; altre persone
possono essere state allontanate, escluse e dimenticate dalla
famiglia e le ragioni
possono essere diverse: emarginazione sociale, carcerazione,
omosessualità,
emigrazione, motivi religiosi e sociali. Le persone escluse
devono essere reintegrate
nella famiglia, e nel
caso in cui questo non avvenga, saranno i successori a dover pagare
il prezzo dell'esclusione, spesso rivivendo il destino degli
antenati esclusi.
Per rimettere in pace il sistema occorre
semplicemente raccogliere le informazioni,
riconoscere l'elemento escluso, informarsi sul suo nome, sulla
sua data di nascita e di
morte, sulla sua vita, su dov'è sepolto. Nel caso di antenati
morti in guerra, o dispersi e
dimenticati, è molto importante riconoscere e onorare il
sacrificio che hanno compiuto:
senza sindacare sull'assurdità delle guerre, di fatto chi vi ha
preso parte lo ha fatto da
eroe, per difendere la propria patria e famiglia, e non è
accettabile dal sistema che
quest'informazione venga dimenticata o sottovalutata.
Aborto
La legge di appartenenza assume un valore importantissimo per
quel che riguarda i
bambini abortiti o morti piccoli, che spesso vengono dimenticati,
ignorati o persino non
considerati come membri della famiglia. Senza entrare nel merito della liceità e bontà o
meno della scelta dell'aborto, di
fatto l'interruzione di una gravidanza consiste
nella morte psicobiologica del feto,
che per qualche settimana o mese, ma anche solo
qualche giorno o ora, è stato un essere vivente, e un membro del
sistema, in quanto
concepito da un padre e una madre.
Quello che accade con gli aborti è che spesso non se ne parla, vengono
rimossi o dimenticati, come se non fossero mai accaduti, si
contano solo i figli vivi, ai
quali spesso non viene mai detto che prima o dopo di loro ci
sono stati degli aborti. Inoltre
il feto non viene battezzato (o non gli viene attribuito un nome) e non gli viene fatto un
funerale o data sepoltura, ma viene semplicemente seguita la
procedura di smaltimento
del materiale organico residuo delle operazioni chirurgiche.
Tutto questo crea
un'esclusione netta e profonda, di cui tutto il sistema risente:
la Schützenberger scrive che
"un aborto è come una
bomba atomica messa sotto il divano del soggiorno"
ha un potenziale distruttivo enorme e il fatto che nessuno ne
parli o che non si sappia nulla
lo rende ancor più dannoso.
Grazie alle Costellazioni
Familiari è possibile indagare, vedere e incontrare gli aborti
presenti nel sistema, e reintegrarli, ma il processo di
riconoscimento e d'integrazione
richiede un po' di tempo, e avviene più facilmente se si
comincia a parlarne serenamente
con gli altri membri della famiglia, e con un rito simbolico si dà loro una presenza
concreta: ad esempio preparare una cena per tutta la famiglia al
completo,
apparecchiando quindi anche per i figli morti, o piantare un
albero in un luogo tranquillo e
protetto, riscrivere il proprio albero genealogico inserendo i
nomi dei figli o fratelli abortiti,
cominciare a contare i figli nel loro reale ordine.
La Morte
Come ogni membro che nasce ha
diritto di appartenere a un sistema, e ogni membro che muore ha
diritto a non venire escluso,
in alcuni casi si arriva all'estremo opposto, ovvero non si riesce a
superare la morte di un membro
della famiglia, non lo si vuole lasciare andare per paura che
sparisca. La morte non interrompe l'appartenenza ad un
nucleo familiare, e chi muore deve
essere lasciato andare e accompagnato e sostenuto nel suo passaggio a un'altra dimensione
dell'esistenza.
Fenomenologicamente e
sistemicamente non c'è niente di più contrario ai principi dell'esistenza che
trattenere una persona morta
nello spazio della vita, facendole pesare la sua fine, di essersene
andato. Chi muore soffre non
soltanto perché perde la vita, ma anche perché si separa dalle persone
che ama, e spesso si preoccupa
per loro. Per mantenere sano il sistema occorre che i morti vengano
lasciati andare, conservando la
loro posizione e il loro ruolo: restano attivi nel sistema,
semplicemente non hanno più un
corpo fisico, ma sopravvivono come serbatoi di energie.
L'esperienza psicologica dell'accettazione della morte è in realtà assai complessa, in quanto viene
a mancare assieme alla persona
anche la relazione con quella persona, e tutti i valori ad essa
collegati; in questo senso
talvolta sono assimilabili alla morte, e quindi accompagnati da
un'esperienza di lutto, anche altri accadimenti quali la fine di una relazione, un licenziamento, un
fallimento economico o
personale, una sconfitta, un furto subito, un abuso sessuale, una malattia
grave, una disastrosa calamità
naturale. Oltre allo shock che può derivare dal carattere improvviso e
inatteso dell'evento, va
considerato un periodo più o meno lungo (dai 6 ai 24 mesi generalmente) in
cui il lutto va elaborato.
L'Ordine nella Famiglia
Come la singola foglia non
ingiallisce
senza che ne abbia muta
conoscenza l'intero albero,
così colui che erra non può
far torto
senza una segreta volontà
di voi tutti.
E quando uno di voi cade,
cade per quelli che lo seguono,
quasi un avvertimento
contro l'inciampo.
Si, e cade per quelli che
lo precedono,
i quali benché fossero di
passo più celere e sicuro,
non rimossero tuttavia
l'intralcio.
Kahlil Gibran, Il
Profeta
Nel sistema familiare c'è amore per tutti i suoi membri,
compresi i dimenticati e gli esclusi,
ma secondo Hellinger:
L'Amore è una parte
dell'ordine, l'ordine precede l'amore, e l'amore può solo svilupparsi in
base all'ordine. L'ordine è
preposto. Se capovolgo questo rapporto e voglio trasformare
l'ordine attraverso
l'amore, sono destinato a fallire. Così non va. L'amore è subordinato a
un ordine, e dopo può
crescere. Così come il seme è subordinato al terreno e lì cresce e
fiorisce.
Molti problemi nascono perché
c'è chi pensa che si potrebbe superare l'ordine per mezzo
di considerazioni interiori
o di sforzi dell'amore. Ma l'ordine è preposto a noi e non si lascia
sostituire dall'amore.
Pensarlo è illusorio. Si deve tornare all'ordine, al punto della verità.
Solo lì troviamo la
soluzione.
All'interno del sistema famiglia si ha quindi un ordine di tipo gerarchico, secondo la
sequenza temporale dell'appartenenza: chi è arrivato prima all'interno del sistema è
più grande di chi è
arrivato dopo, e dunque ha precedenza, ha
più diritto di chi viene
dopo. I genitori sono più grandi dei figli e hanno precedenza
rispetto ad essi, il fratello
maggiore precede i fratelli più giovani, così come la relazione
di coppia ha precedenza
sulla maternità o paternità. È indispensabile per un buon
funzionamento del sistema che
l'ordine sia rispettato, in quanto chi viene dopo (come i figli,
ad esempio) non è in grado di
sostenere il peso del dolore e la responsabilità di chi viene prima
ed è più grande.
Nel momento in cui qualcuno infrange l'ordine all'interno della
famiglia, è possibile che a
un livello superficiale gli altri membri del sistema non diano
peso alla cosa, e col tempo la
prendano come un dato di fatto o la dimentichino. Ma
l'informazione di questo evento non
si elimina all'interno del sistema, in quanto intrinseca ad esso
vi è la necessità di stabilire
ordini che siano validi per tutta la famiglia. Il compito di
riportare equilibrio nel sistema e di
ristabilire l'ordine all'interno della famiglia spetterà ad un
membro della generazione
successiva.
Nel momento in cui un figlio si
carica del dolore del padre o della madre, si fa più
grande di loro,
prendendo un posto in un livello gerarchico del sistema che non gli
appartiene.
Il principio dell'ordine serve fondamentalmente per stabilire un
circolo virtuoso
dell'amore e dell'energia: chi è piccolo riceve, e non deve dare, finché è piccolo; deve
solo crescere e ricevere tutto l'amore possibile, per poter a
sua volta dare, una volta
grande, senza chiedere nulla in cambio.
Per rimettere a posto quest'ordine, qualora sia sovvertito,
occorre che chi è più piccolo
riconosca chi è più grande, e chi è più grande si faccia
rispettare da chi è più piccolo,
chiarendo gli aspetti fondamentali di chi dà e chi riceve, e di
chi ha più esperienza, e
quindi sa un po' meglio quello che è giusto e quello che non lo
è. Accade spesso infatti
che chi è più piccolo giudichi chi è più grande, che un figlio
creda di sapere cosa è meglio
per i propri genitori, o li rimproveri per come si sono
comportati: essere piccoli significa
accettare quello che si
riceve così com'è, sapendo che quello che viene dato è il
massimo possibile, ed è esattamente quello di cui si ha bisogno.
I nostri genitori sono i
genitori migliori possibili, per noi, e tutto quello che abbiamo
ricevuto, nel bene e nel
male, ci è servito per diventare quello che siamo.
Riceviamo dalla nostra
famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui
moriremo.
Marcel Proust
Perché vi sia equilibrio all'interno di un sistema dovrebbe
essere rispettata questa regola:
i genitori dovrebbero
"dare con amore",
ossia senza pretendere niente in cambio, e
i figli dovrebbero
"ricevere con gratitudine",
ossia non lamentarsi o giudicare per quello
che hanno ricevuto. Inoltre, chi è grande dà "nel bene e nel male" e chi è piccolo riceve
"nel bene e nel male".
Chi è piccolo dovrebbe diventare consapevole che ha ricevuto
quello di cui aveva bisogno
per crescere; i propri genitori sono il padre e la madre migliori possibili, perché
non può
essere altrimenti. Tutto quello che si riceve viene accolto con
gratitudine, e se è fonte di
dolore, va compreso anche il momento di crescita che ne è derivato.
In una relazione di coppia al contrario, i partners sono "uguali", in
quanto entrambi
adulti. In tal caso si ha equilibrio quando lo scambio è "equo",
ossia ognuno dei due "dà e
riceve" in egual misura, considerando la diversità e la peculiarità
della persona. Tutto
quello che avviene all'interno di una relazione è responsabilità
di entrambi i partner, al
50% ciascuno; in caso contrario ci si trova di fronte a una
coppia basata su
una proiezione: se la
moglie cerca nel marito un padre, o se il marito cerca nella moglie
una madre, si accetterà di buon grado di ricevere senza dare, di
non prendersi la
responsabilità della propria vita perché si è ancora in una
relazione di dipendenza.
Avviene spesso infatti che uno solo dei due membri della coppia
si faccia carico dell'intera
responsabilità di una scelta, o si viva interamente un dolore e
una sofferenza che
andrebbero condivisi: nei casi di aborto, in
particolare, un po' per ragioni di tipo biologico,
capita spesso che sia la donna a sentirsi più responsabile, a
nutrire un maggiore senso di
colpa, e a
custodire interamente la sofferenza derivata dalla situazione.
In questi casi attraverso una Costellazione
Familiare si può vedere se il rapporto è
sbilanciato, e riportarlo in equilibrio: è giusto che ognuno si
prenda la propria parte di
responsabilità e di dolore: per la morte di un figlio, per la
fine di una relazione, per un
fallimento economico e così via.
La Lealtà Familiare
La lealtà è un debito, e il
più sacro, verso noi stessi prima che verso gli altri
Luigi Pirandello
Ogni sistema è regolato da una rete
di relazioni che ha come scopo ultimo (cioè primo)
quello del mantenimento, della conservazione e della evoluzione
del sistema. Tali
meccanismi possono tuttavia prendere delle derive nevrotiche e
consolidarsi nel tempo,
generazione dopo generazione, come una fonte di disagio: Ivan Boszormenyi-Nagy,
psichiatra ungherese emigrato negli Stati Uniti, è il primo a
parlare di lealtà familiare
invisibile in termini di:
un copione familiare o
codice inespresso che guida i vari contributi dei singoli. Questo
codice determina la scala
di equivalenza di meriti, vantaggi, obblighi e responsabilità.
L'impegno, la devozione e
la lealtà sono le determinanti più importanti dei rapporti familiari.
In ogni famiglia si crea il "mito familiare", il racconto delle scelte,
dei valori, delle
condizioni, delle sorti che hanno vissuto gli antenati, e il
senso di appartenenza alla
famiglia crea anche un legame di predestinazione collegato con
il fato degli antenati.
Tutto questo significa che le relazioni tra i membri sono
disciplinate da una legge
inconscia e sottile che opera
al fine di preservare l'esistenza, l'equilibrio e il
benessere della famiglia,
fondamentale per la vita stessa della famiglia e lo sviluppo dei
singoli individui. Di qualunque genere essa sia, giusta o
sbagliata, accettabile o meno, è la
strategia che ha permesso la continuazione della specie, e la
vita del sistema fino al
momento attuale: il fatto di essere vivi ora è una prova che
quella strategia ha funzionato,
che era quella "giusta". Questo principio viene
definito "lealtà familiare".
Se la lealtà familiare da un lato svolge quindi un'azione di
salvaguardia per i componenti
della famiglia, dall'altro lato, potrebbe fungere da un limite ostacolando la piena
autorealizzazione di un componente. La lealtà familiare in
questo caso può dettare i limiti
alla felicità e alla realizzazione di un membro di una famiglia
in quanto questa persona non
potrà, per lealtà, godere a pieno della propria vita, nel
momento in cui nel sistema di
origine, ci sia stata sofferenza e insoddisfazione.
Il problema si pone quando la lealtà familiare impedisce ai
membri nati successivamente
di "superare" i membri
nati prima, accedendo a un grado di benessere e di successo
superiore, e ancor maggiormente quando vengono prolungati nelle
generazioni successive
i comportamenti distruttivi delle generazioni precedenti.
Molto spesso oltretutto l'adesione alla lealtà familiare è inconsapevole e involontaria. La
spinta inconscia è motivata dall'amore, dall'idea di una
condivisione del destino comune
tale per cui piuttosto che preoccuparmi per me, scelgo di
preoccuparmi e di farmi carico
della felicità dell'intero sistema. E questo è l'errore di base,
perché solo realizzando il
proprio destino si può
contribuire alla salute del proprio sistema.
L'Amore Cieco
Alcuni figli sono pronti a sacrificare
la propria esistenza per i genitori, e nell'illusione di
poterli salvare, si condannano a una vita di fallimenti, di
solitudine, di malattia e addirittura
di morte. Il vincolo che unisce i figli ai propri genitori è un sentimento inconscio di natura
biologica arcaica che
supera anche l'effettiva mancanza di conoscenza o contatto, o le
problematiche relazionali.
È un amore non solo senza condizioni, ma anche
"cieco", che spinge i figli a prendere
inconsapevolmente su di sé il dolore e il destino dei propri
genitori. L'amore cieco è
esattamente il meccanismo che
crea l'irretimento, che
spinge a "prendere il posto"
di
qualcuno che è morto, che allontana dal centro. E
soprattutto non funziona nel suo
intento, non riporta il sistema in equilibrio, ma anzi lo
sbilancia profondamente e lo congela
in una stasi distruttiva.
La vera soluzione viene dalla sospensione dell'amore cieco,
dalla presa di coscienza e
accettazione della situazione e soprattutto da una risposta di Amore Consapevole. La
consapevolezza porta sempre a restituire
al legittimo proprietario il peso, il dolore, le
responsabilità di cui ci si
carica, e a ringraziare e onorare per quanto si è ricevuto.
Solo realizzando noi stessi, riusciremo ad amare veramente
l'altro, a ringraziare con la
nostra vita i genitori che ci hanno messo al mondo e tutto il
sistema che ci ha permesso di
esistere.
L'Irretimento
Utilizzando l'approccio fenomenologico i
meccanismi della lealtà familiare vengono presto
mostrati: se al centro del cerchio si posiziona un membro della
famiglia diverso dal cliente,
questo svela l'identificazione
del cliente con quella persona, così come il comportamento
dei rappresentanti porta a un certo momento a un congelamento della situazione, a
un blocco del sistema in cui
l'energia non scorre più: la costellazione ha raggiunto il
suo irretimento, cioè
sono manifesti i legami che paralizzano il sistema, che intrappolano
come in una rete il soggetto.
L'irretimento (entanglement, in
inglese) impedisce qualsiasi movimento, chi è irretito si
sente in trappola, non ha altra via d'uscita che continuare a
far quello che il sistema gli
impone di fare: questa
è la causa dell'infelicità, del disagio, dell'inquietudine, della
malattia.
L'irretimento nasce
da una forza collettiva ed è molto difficile per un membro liberarsi
da
questa forza. Può succedere, ad esempio, che il cliente non
conosca nemmeno il membro
della famiglia con il quale si identifica, né abbia idea di cosa
gli sia successo; inoltre la
situazione potrebbe essere ulteriormente complicata
dall'esistenza di un segreto di
famiglia che
nessuno vuole svelare. Gli effetti dell'identificazione variano secondo la
situazione specifica che ha provocato lo squilibrio in famiglia,
ma tra di essi possiamo
includere disturbi emozionali, le malattie psicosomatiche e
perfino la psicosi.
Inevitabilmente l'irretimento condiziona la capacità di una
persona a relazionarsi con gli
altri, dato che per certi versi è estranea a se stessa. La soluzione sta nell'individuare la
persona esclusa e aiutare il cliente a vederla come un essere
separato da sé, con una sua
esistenza e un suo destino.
Hellinger individua 3 dinamiche di irretimento familiare:
"TI
SEGUO NEL TUO DESTINO" - Questo tipo di irretimento si
verifica quando una
morte prematura di una persona cara, per esempio di un genitore,
a causa di un
incidente, una malattia o un crimine di guerra; uno dei figli
tenderà a dire "voglio
seguirti". Probabilmente questo figlio sarà soggetto a
incidenti o malattie nel corso
della sua vita, o avrà tendenza suicide, come se simbolicamente
voltasse le spalle alla
vita, e dicesse al genitore "voglio seguirti nel tuo
destino". Entra in gioco l'amore
cieco del bambino.
"PRENDO
IL TUO POSTO" - Il figlo dice "lo faccio per te", ovvero è il voler
prendere
su di sé il fardello di un'altra persona. Tale situazione può
essere inizialmente
determinata dalla volontà di un genitore di seguire qualcuno
della sua famiglia di
origine nella morte ed essere successivamente portata avanti da
uno dei suoi figli,
che per amore dice alla madre: "prendo io il tuo posto,
muoio io al posto tuo".
"VOGLIO
ESPIARE LA TUA COLPA" - Alcune volte può essere una colpa propria,
come nel caso di una donna che ha avuto numerosi aborti, e si
ammala di tumore
all'utero. Ci si può anche caricare della colpa di un altro
componente familiare di cui si
è preso il posto. Per esempio, se un omicida non è stato punito
per il suo crimine, un
discendente può caricarsi di questa colpa e responsabilità, ed
essere pronto a un
suicidio o ammalarsi.
Nella psicogenealogia si va ad indagare l'albero genealogico alla ricerca
delle corrispondenze tra nome
e date che potrebbero originare la cosiddetta Sindrome
da Anniversario.
Il sistema familiare ha bisogno di ritrovare la pace, di completare e chiudere le vicende
rimaste in sospeso: l'onere
viene passato ai nuovi arrivati, alle forze giovani del sistema,
i cui sintomi sono dei segnali chiari e inconfutabili.
Il Movimento Interrotto
I genitori, e specialmente la madre, sono in grado di offrire ai
figli amore, sicurezza, senso
di protezione e fiducia. Il figlio dipende in maniera totale dai
genitori e in particolare
dalla madre, con la
quale esiste fin dal principio un rapporto di unione
simbiotica. Ma
anche in seguito il flusso di amore e di energia vitale che
scorre dai genitori ai figli è
fondamentale per una crescita serena e armoniosa. Se il rapporto tra la madre e il figlio
si spezza precocemente a causa
di un evento drammatico che colpisce la madre, il figlio
non sarà più in grado di ricevere: questa interruzione nel
flusso di energia dalla madre al
figlio è chiamato appunto “movimento
interrotto”
Una gravidanza portata a termine in uno stato di ansia e
pericolo per le condizioni esterne
(come nel caso di lutti, guerre o carestie), oppure per precarie
condizioni fisiche, oppure
gravi difficoltà nel parto o, ancora di più, lunghe malattie
fisiche della madre o del bambino
subito dopo il parto, sarebbero responsabili del movimento
interrotto. Particolarmente
angosciante e traumatica viene considerata l'esperienza della
morte della madre durante il
parto o poco dopo di questo.
Anche nel periodo dell'infanzia
e dell'adolescenza, quando
il bambino inizia a crescere e
a formarsi come individuo, la
separazione dai genitori deve essere graduale e non
traumatica. Lo stato di shock può essere talmente grande, che
dopo una prima reazione di
rabbia e di dolore, si sviluppa un blocco nella coscienza,
carico di silenzio, di profonda
rinuncia e rassegnazione. Ne deriverà un adulto che ha imparato
a non chiedere ciò di cui
ha bisogno, che rimane chiuso, contratto nelle relazioni a cui
andrà incontro, ma dalle
quali si ritirerà presto con la consapevolezza che "Tanto è
tutto inutile". Per paura del
rifiuto, pur desiderando ardentemente qualcosa, eviterà la
possibilità di ottenerlo.
Per poter guarire bisogna tornare a quella situazione, recuperare il movimento
interrotto e portarlo a
termine: il movimento risanatore porta l'equilibrio nel sistema,
rimette in collegamento il figlio con la madre (o con il padre),
e in genere attraverso
un abbraccio prolungato, porta
allo scioglimento del blocco, dando avvio alla guarigione
interiore.
R.Susanna Di Castri
costellazionefamiliare33@gmail.com