Friday, April 29, 2022

 

 

COSTELLAZIONI FAMILIARI

Spesso la nostra vita viene condizionata da destini e sentimenti che non sono veramente nostri,

anche malattie gravi, desiderio di morte, problemi sul lavoro possono essere dovuti a grovigli

sistemici familiari che vengono portati alla luce attraverso il processo delle Costellazioni.

Sembra che continui ad agire dentro di noi una struttura arcaica, cieca e inconscia, preposta alla

coesione e all'appartenenza nel sistema familiare. Per questo, se in una famiglia è stato dimenticato

un membro o escluso, per questa legge inconscia, un altro membro giovane, di generazioni

successive, che nulla sa di questo suo predecessore, porterà su di sé il destino di questi e cercherà di

seguirlo nella sua tragica sorte.

Le Costellazioni Familiari, messe a punto da Bert Hellinger consentono di scoprire, portare alla luce

e sciogliere "irretimenti" familiari che si trasmettono di generazione in generazione e che sono

causa di malattie e disturbi psichici e fisici.

Rappresentano dunque un valido contributo per affrontare varie problematiche, siano esse

relazionali, professionali o legate a malattie.

Per cogliere appieno il significato di questo approccio è importante assumere una prospettiva

sistemica. In un sistema il singolo non è importante di per sé ma in funzione di qualcosa di più

grande, il sistema appunto. Esistono tanti sistemi, quello che ci viene in mente subito è l'ecosistema,

di cui si parla molto, c'è anche un sistema azienda, un sistema famiglia e così via.

Attraverso il metodo delle Costellazioni Familiari possiamo allora rendere consapevoli certi

processi destinati normalmente a restare e agire nell'oscurità e nello stesso tempo ristabilire il

collegamento con le forze vitali delle origini, in accordo e all'unisono con gli "ordini dell'Amore".

Che cosa era quest’ ordine dell’amore? Ognuno nella famiglia ha lo stesso diritto di

appartenenza. Molti problemi in una famiglia, anche malattie, hanno le loro radici nell’esclusione

di un membro della famiglia.

Bert Hellinger parte dal principio che il metodo fenomenologico e di conseguenza le costellazioni

familiari, non possa essere insegnate ma derivino dall'allenamento e dall'esperienza. Questo perché

non si tratta di trasmettere un sapere ma di esporsi ai fenomeni, senza alcun obiettivo stabilito o

conoscenza prelminare.

 


 

 

 

Le costellazioni familiari sono un metodo all’avanguardia per poter indagare le

ragioni di alcuni comportamenti ripetitivi che portano disagio nella nostra vita e di

cui spesso non riusciamo a capire le cause, in quanto esse possono essere riposte nella

storia delle relazioni familiari che ci hanno preceduto, e che noi semplicemente reiteriamo

per amore cieco dei nostri genitori, dei nostri avi e del nostro sistema familiare di origine.

Con il metodo delle costellazioni familiari è possibile non solo andare a individuare questi

comportamenti, ma anche scoprirne le cause, accettarle e affrontarle

consapevolmente. In tal modo si getta una luce chiarificatrice sulle dinamiche, anche le

più nascoste e le più inconsce, presenti nella nostra famiglia, sia in quella d’origine che

nell’eventuale famiglia attuale, e si possono aprire orizzonti di serenità e realizzazione

piena nella nostra vita.

Il metodo delle costellazioni familiari è nato in Germania, grazie all’opera dello

psicoterapeuta Bert Hellinger, e si sta diffondendo in tanti altri paesi per la sua efficacia e il

suo carattere innovativo. Le costellazioni familiari possono poi essere applicate anche per

migliorare la propria vita in altri contesti, come quello lavorativo

Tra i principali elementi teoretico/pratici delle Costellazioni Familiari si distinguono i

costrutti riguardanti gli ORDINI DELL'AMORE:

la LEGGE DELL'APPARTENENZA;

la LEGGE DELL'ORDINE SACRO;

la LEGGE DELL'EQUILIBRIO;

e le varie DINAMICHE SISTEMICHE FAMILIARI quali:

la LEALTA' FAMILIARE;

l'AMORE CIECO;

l'IRRETIMENTO ;

il MOVIMENTO INTERROTTO;

Nella famiglia, in particolare, assumono importanza nel creare disfunzioni e disturbi le

confusioni fra ruoli e funzioni adulte ed infantili: ad esempio la funzione di un padre

assente svolta impropriamente da un figlio maschio che, facendo un salto generazionale,

diventa il marito-figlio della madre; oppure un figlio che addirittura vuole insegnare ai propri

genitori come essere genitori, eseguendo un doppio salto generazionale andando a

ricoprire il ruolo proprio dei nonni.

 

 

 


      

Appartenenza

 Non sei tenuto a venerare la tua famiglia, non sei tenuto a venerare il tuo paese,

non sei tenuto a venerare il posto dove vivi,

ma devi sapere che li hai, devi sapere che sei parte di loro.

Philiph Roth

Il senso di appartenenza è uno dei principi fondamentali nel lavoro con le Costellazioni

Familiari.

Tutti i membri di una famiglia hanno lo stesso diritto di appartenere a quella

famiglia, è un diritto irrinunciabile, che si acquisisce per il semplice fatto di avere due

genitori, o meglio ancora, per il solo fatto di essere stati concepiti da due membri

appartenenti a un sistema. Questa consapevolezza risponde a una categoria di bisogni

fondamentali secondo Maslow, il bisogno di appartenenza, che serve a dare sicurezza e

protezione, fiducia e serenità rispetto all'ambiente circostante e alle persone vicine.

La Legge dell'Appartenenza dice:

"ogni membro di un sistema familiare ha diritto di fare parte del sistema-famiglia e

conseguentemente nessuno può esserne escluso, per nessun motivo".

Ciò che spesso accade è che alcuni membri vengono dimenticati, esclusi, ad esempio

perché sono gravemente malati o muoiono molto piccoli o in circostanze particolarmente

dolorose (ad esempio uccisi o dispersi in guerra). Alcuni vengono dati in adozione e così

facendo perdono la possibilità di sentirsi parte della loro famiglia di origine; altre persone

possono essere state allontanate, escluse e dimenticate dalla famiglia e le ragioni

possono essere diverse: emarginazione sociale, carcerazione, omosessualità,

emigrazione, motivi religiosi e sociali. Le persone escluse devono essere reintegrate

nella famiglia, e nel caso in cui questo non avvenga, saranno i successori a dover pagare

il prezzo dell'esclusione, spesso rivivendo il destino degli antenati esclusi.

Per rimettere in pace il sistema occorre semplicemente raccogliere le informazioni,

riconoscere l'elemento escluso, informarsi sul suo nome, sulla sua data di nascita e di

morte, sulla sua vita, su dov'è sepolto. Nel caso di antenati morti in guerra, o dispersi e

dimenticati, è molto importante riconoscere e onorare il sacrificio che hanno compiuto:

senza sindacare sull'assurdità delle guerre, di fatto chi vi ha preso parte lo ha fatto da

eroe, per difendere la propria patria e famiglia, e non è accettabile dal sistema che

quest'informazione venga dimenticata o sottovalutata.

 


 Aborto

La legge di appartenenza assume un valore importantissimo per quel che riguarda i

bambini abortiti o morti piccoli, che spesso vengono dimenticati, ignorati o persino non

considerati come membri della famiglia. Senza entrare nel merito della liceità e bontà o

meno della scelta dell'aborto, di fatto l'interruzione di una gravidanza consiste

nella morte psicobiologica del feto, che per qualche settimana o mese, ma anche solo

qualche giorno o ora, è stato un essere vivente, e un membro del sistema, in quanto

concepito da un padre e una madre.

Quello che accade con gli aborti è che spesso non se ne parla, vengono

rimossi o dimenticati, come se non fossero mai accaduti, si contano solo i figli vivi, ai

quali spesso non viene mai detto che prima o dopo di loro ci sono stati degli aborti. Inoltre

il feto non viene battezzato (o non gli viene attribuito un nome) e non gli viene fatto un

funerale o data sepoltura, ma viene semplicemente seguita la procedura di smaltimento

del materiale organico residuo delle operazioni chirurgiche. Tutto questo crea

un'esclusione netta e profonda, di cui tutto il sistema risente: la Schützenberger scrive che

"un aborto è come una bomba atomica messa sotto il divano del soggiorno"

ha un potenziale distruttivo enorme e il fatto che nessuno ne parli o che non si sappia nulla

lo rende ancor più dannoso.

Grazie alle Costellazioni Familiari è possibile indagare, vedere e incontrare gli aborti

presenti nel sistema, e reintegrarli, ma il processo di riconoscimento e d'integrazione

richiede un po' di tempo, e avviene più facilmente se si comincia a parlarne serenamente

con gli altri membri della famiglia, e con un rito simbolico si dà loro una presenza

concreta: ad esempio preparare una cena per tutta la famiglia al completo,

apparecchiando quindi anche per i figli morti, o piantare un albero in un luogo tranquillo e

protetto, riscrivere il proprio albero genealogico inserendo i nomi dei figli o fratelli abortiti,

cominciare a contare i figli nel loro reale ordine.

 

 

La Morte

Come ogni membro che nasce ha diritto di appartenere a un sistema, e ogni membro che muore ha

diritto a non venire escluso, in alcuni casi si arriva all'estremo opposto, ovvero non si riesce a

superare la morte di un membro della famiglia, non lo si vuole lasciare andare per paura che

sparisca. La morte non interrompe l'appartenenza ad un nucleo familiare, e chi muore deve

essere lasciato andare e accompagnato e sostenuto nel suo passaggio a un'altra dimensione

dell'esistenza.

Fenomenologicamente e sistemicamente non c'è niente di più contrario ai principi dell'esistenza che

trattenere una persona morta nello spazio della vita, facendole pesare la sua fine, di essersene

andato. Chi muore soffre non soltanto perché perde la vita, ma anche perché si separa dalle persone

che ama, e spesso si preoccupa per loro. Per mantenere sano il sistema occorre che i morti vengano

lasciati andare, conservando la loro posizione e il loro ruolo: restano attivi nel sistema,

semplicemente non hanno più un corpo fisico, ma sopravvivono come serbatoi di energie.

L'esperienza psicologica dell'accettazione della morte è in realtà assai complessa, in quanto viene

a mancare assieme alla persona anche la relazione con quella persona, e tutti i valori ad essa

collegati; in questo senso talvolta sono assimilabili alla morte, e quindi accompagnati da

un'esperienza di lutto, anche altri accadimenti quali la fine di una relazione, un licenziamento, un

fallimento economico o personale, una sconfitta, un furto subito, un abuso sessuale, una malattia

grave, una disastrosa calamità naturale. Oltre allo shock che può derivare dal carattere improvviso e

inatteso dell'evento, va considerato un periodo più o meno lungo (dai 6 ai 24 mesi generalmente) in

cui il lutto va elaborato.

 

   

L'Ordine nella Famiglia

Come la singola foglia non ingiallisce

senza che ne abbia muta conoscenza l'intero albero,

così colui che erra non può far torto

senza una segreta volontà di voi tutti.

E quando uno di voi cade, cade per quelli che lo seguono,

quasi un avvertimento contro l'inciampo.

Si, e cade per quelli che lo precedono,

i quali benché fossero di passo più celere e sicuro,

non rimossero tuttavia l'intralcio.

Kahlil Gibran, Il Profeta

Nel sistema familiare c'è amore per tutti i suoi membri, compresi i dimenticati e gli esclusi,

ma secondo Hellinger:

L'Amore è una parte dell'ordine, l'ordine precede l'amore, e l'amore può solo svilupparsi in

base all'ordine. L'ordine è preposto. Se capovolgo questo rapporto e voglio trasformare

l'ordine attraverso l'amore, sono destinato a fallire. Così non va. L'amore è subordinato a

un ordine, e dopo può crescere. Così come il seme è subordinato al terreno e lì cresce e

fiorisce.

Molti problemi nascono perché c'è chi pensa che si potrebbe superare l'ordine per mezzo

di considerazioni interiori o di sforzi dell'amore. Ma l'ordine è preposto a noi e non si lascia

sostituire dall'amore. Pensarlo è illusorio. Si deve tornare all'ordine, al punto della verità.

Solo lì troviamo la soluzione.

All'interno del sistema famiglia si ha quindi un ordine di tipo gerarchico, secondo la

sequenza temporale dell'appartenenza: chi è arrivato prima all'interno del sistema è

più grande di chi è arrivato dopo, e dunque ha precedenza, ha più diritto di chi viene

dopo. I genitori sono più grandi dei figli e hanno precedenza rispetto ad essi, il fratello

maggiore precede i fratelli più giovani, così come la relazione di coppia ha precedenza

sulla maternità o paternità. È indispensabile per un buon funzionamento del sistema che

l'ordine sia rispettato, in quanto chi viene dopo (come i figli, ad esempio) non è in grado di

sostenere il peso del dolore e la responsabilità di chi viene prima ed è più grande.

Nel momento in cui qualcuno infrange l'ordine all'interno della famiglia, è possibile che a

un livello superficiale gli altri membri del sistema non diano peso alla cosa, e col tempo la

prendano come un dato di fatto o la dimentichino. Ma l'informazione di questo evento non

si elimina all'interno del sistema, in quanto intrinseca ad esso vi è la necessità di stabilire

ordini che siano validi per tutta la famiglia. Il compito di riportare equilibrio nel sistema e di

ristabilire l'ordine all'interno della famiglia spetterà ad un membro della generazione

successiva.

Nel momento in cui un figlio si carica del dolore del padre o della madre, si fa più

grande di loro, prendendo un posto in un livello gerarchico del sistema che non gli

appartiene.

Il principio dell'ordine serve fondamentalmente per stabilire un circolo virtuoso

dell'amore e dell'energia: chi è piccolo riceve, e non deve dare, finché è piccolo; deve

solo crescere e ricevere tutto l'amore possibile, per poter a sua volta dare, una volta

grande, senza chiedere nulla in cambio.

Per rimettere a posto quest'ordine, qualora sia sovvertito, occorre che chi è più piccolo

riconosca chi è più grande, e chi è più grande si faccia rispettare da chi è più piccolo,

chiarendo gli aspetti fondamentali di chi dà e chi riceve, e di chi ha più esperienza, e

quindi sa un po' meglio quello che è giusto e quello che non lo è. Accade spesso infatti

che chi è più piccolo giudichi chi è più grande, che un figlio creda di sapere cosa è meglio

per i propri genitori, o li rimproveri per come si sono comportati: essere piccoli significa

accettare quello che si riceve così com'è, sapendo che quello che viene dato è il

massimo possibile, ed è esattamente quello di cui si ha bisogno. I nostri genitori sono i

genitori migliori possibili, per noi, e tutto quello che abbiamo ricevuto, nel bene e nel

male, ci è servito per diventare quello che siamo.

 

 


 L'Equilibrio nel Sistema Familiare

Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui

moriremo.

Marcel Proust

 

 

Perché vi sia equilibrio all'interno di un sistema dovrebbe essere rispettata questa regola:

i genitori dovrebbero "dare con amore", ossia senza pretendere niente in cambio, e

i figli dovrebbero "ricevere con gratitudine", ossia non lamentarsi o giudicare per quello

che hanno ricevuto. Inoltre, chi è grande dà "nel bene e nel male" e chi è piccolo riceve

"nel bene e nel male".

Chi è piccolo dovrebbe diventare consapevole che ha ricevuto quello di cui aveva bisogno

per crescere; i propri genitori sono il padre e la madre migliori possibili, perché non può

essere altrimenti. Tutto quello che si riceve viene accolto con gratitudine, e se è fonte di

dolore, va compreso anche il momento di crescita che ne è derivato.

In una relazione di coppia al contrario, i partners sono "uguali", in quanto entrambi

adulti. In tal caso si ha equilibrio quando lo scambio è "equo", ossia ognuno dei due "dà e

riceve" in egual misura, considerando la diversità e la peculiarità della persona. Tutto

quello che avviene all'interno di una relazione è responsabilità di entrambi i partner, al

50% ciascuno; in caso contrario ci si trova di fronte a una coppia basata su

una proiezione: se la moglie cerca nel marito un padre, o se il marito cerca nella moglie

una madre, si accetterà di buon grado di ricevere senza dare, di non prendersi la

responsabilità della propria vita perché si è ancora in una relazione di dipendenza.

Avviene spesso infatti che uno solo dei due membri della coppia si faccia carico dell'intera

responsabilità di una scelta, o si viva interamente un dolore e una sofferenza che

andrebbero condivisi: nei casi di aborto, in particolare, un po' per ragioni di tipo biologico,

capita spesso che sia la donna a sentirsi più responsabile, a nutrire un maggiore senso di

colpa, e a custodire interamente la sofferenza derivata dalla situazione.

In questi casi attraverso una Costellazione Familiare si può vedere se il rapporto è

sbilanciato, e riportarlo in equilibrio: è giusto che ognuno si prenda la propria parte di

responsabilità e di dolore: per la morte di un figlio, per la fine di una relazione, per un

fallimento economico e così via.

  

 



 

La Lealtà Familiare

La lealtà è un debito, e il più sacro, verso noi stessi prima che verso gli altri

Luigi Pirandello

 

 

Ogni sistema è regolato da una rete di relazioni che ha come scopo ultimo (cioè primo)

quello del mantenimento, della conservazione e della evoluzione del sistema. Tali

meccanismi possono tuttavia prendere delle derive nevrotiche e consolidarsi nel tempo,

generazione dopo generazione, come una fonte di disagio: Ivan Boszormenyi-Nagy,

psichiatra ungherese emigrato negli Stati Uniti, è il primo a parlare di lealtà familiare

invisibile in termini di:

un copione familiare o codice inespresso che guida i vari contributi dei singoli. Questo

codice determina la scala di equivalenza di meriti, vantaggi, obblighi e responsabilità.

L'impegno, la devozione e la lealtà sono le determinanti più importanti dei rapporti familiari.

In ogni famiglia si crea il "mito familiare", il racconto delle scelte, dei valori, delle

condizioni, delle sorti che hanno vissuto gli antenati, e il senso di appartenenza alla

famiglia crea anche un legame di predestinazione collegato con il fato degli antenati.

Tutto questo significa che le relazioni tra i membri sono disciplinate da una legge

inconscia e sottile che opera al fine di preservare l'esistenza, l'equilibrio e il

benessere della famiglia, fondamentale per la vita stessa della famiglia e lo sviluppo dei

singoli individui. Di qualunque genere essa sia, giusta o sbagliata, accettabile o meno, è la

strategia che ha permesso la continuazione della specie, e la vita del sistema fino al

momento attuale: il fatto di essere vivi ora è una prova che quella strategia ha funzionato,

che era quella "giusta". Questo principio viene definito "lealtà familiare".

Se la lealtà familiare da un lato svolge quindi un'azione di salvaguardia per i componenti

della famiglia, dall'altro lato, potrebbe fungere da un limite ostacolando la piena

autorealizzazione di un componente. La lealtà familiare in questo caso può dettare i limiti

alla felicità e alla realizzazione di un membro di una famiglia in quanto questa persona non

potrà, per lealtà, godere a pieno della propria vita, nel momento in cui nel sistema di

origine, ci sia stata sofferenza e insoddisfazione.

Il problema si pone quando la lealtà familiare impedisce ai membri nati successivamente

di "superare" i membri nati prima, accedendo a un grado di benessere e di successo

superiore, e ancor maggiormente quando vengono prolungati nelle generazioni successive

i comportamenti distruttivi delle generazioni precedenti.

Molto spesso oltretutto l'adesione alla lealtà familiare è inconsapevole e involontaria. La

spinta inconscia è motivata dall'amore, dall'idea di una condivisione del destino comune

tale per cui piuttosto che preoccuparmi per me, scelgo di preoccuparmi e di farmi carico

della felicità dell'intero sistema. E questo è l'errore di base, perché solo realizzando il

proprio destino si può contribuire alla salute del proprio sistema.

 

 


 

L'Amore Cieco

Alcuni figli sono pronti a sacrificare la propria esistenza per i genitori, e nell'illusione di

poterli salvare, si condannano a una vita di fallimenti, di solitudine, di malattia e addirittura

di morte. Il vincolo che unisce i figli ai propri genitori è un sentimento inconscio di natura

biologica arcaica che supera anche l'effettiva mancanza di conoscenza o contatto, o le

problematiche relazionali.

È un amore non solo senza condizioni, ma anche "cieco", che spinge i figli a prendere

inconsapevolmente su di sé il dolore e il destino dei propri genitori. L'amore cieco è

esattamente il meccanismo che crea l'irretimento, che spinge a "prendere il posto" di

qualcuno che è morto, che allontana dal centro. E soprattutto non funziona nel suo

intento, non riporta il sistema in equilibrio, ma anzi lo sbilancia profondamente e lo congela

in una stasi distruttiva.

La vera soluzione viene dalla sospensione dell'amore cieco, dalla presa di coscienza e

accettazione della situazione e soprattutto da una risposta di Amore Consapevole. La

consapevolezza porta sempre a restituire al legittimo proprietario il peso, il dolore, le

responsabilità di cui ci si carica, e a ringraziare e onorare per quanto si è ricevuto.

Solo realizzando noi stessi, riusciremo ad amare veramente l'altro, a ringraziare con la

nostra vita i genitori che ci hanno messo al mondo e tutto il sistema che ci ha permesso di

esistere.

 

 


 

L'Irretimento

Utilizzando l'approccio fenomenologico i meccanismi della lealtà familiare vengono presto

mostrati: se al centro del cerchio si posiziona un membro della famiglia diverso dal cliente,

questo svela l'identificazione del cliente con quella persona, così come il comportamento

dei rappresentanti porta a un certo momento a un congelamento della situazione, a

un blocco del sistema in cui l'energia non scorre più: la costellazione ha raggiunto il

suo irretimento, cioè sono manifesti i legami che paralizzano il sistema, che intrappolano

come in una rete il soggetto.

L'irretimento (entanglement, in inglese) impedisce qualsiasi movimento, chi è irretito si

sente in trappola, non ha altra via d'uscita che continuare a far quello che il sistema gli

impone di fare: questa è la causa dell'infelicità, del disagio, dell'inquietudine, della

malattia.

L'irretimento nasce da una forza collettiva ed è molto difficile per un membro liberarsi da

questa forza. Può succedere, ad esempio, che il cliente non conosca nemmeno il membro

della famiglia con il quale si identifica, né abbia idea di cosa gli sia successo; inoltre la

situazione potrebbe essere ulteriormente complicata dall'esistenza di un segreto di

famiglia che nessuno vuole svelare. Gli effetti dell'identificazione variano secondo la

situazione specifica che ha provocato lo squilibrio in famiglia, ma tra di essi possiamo

includere disturbi emozionali, le malattie psicosomatiche e perfino la psicosi.

Inevitabilmente l'irretimento condiziona la capacità di una persona a relazionarsi con gli

altri, dato che per certi versi è estranea a se stessa. La soluzione sta nell'individuare la

persona esclusa e aiutare il cliente a vederla come un essere separato da sé, con una sua

esistenza e un suo destino.

Hellinger individua 3 dinamiche di irretimento familiare:

"TI SEGUO NEL TUO DESTINO" - Questo tipo di irretimento si verifica quando una

morte prematura di una persona cara, per esempio di un genitore, a causa di un

incidente, una malattia o un crimine di guerra; uno dei figli tenderà a dire "voglio

seguirti". Probabilmente questo figlio sarà soggetto a incidenti o malattie nel corso

della sua vita, o avrà tendenza suicide, come se simbolicamente voltasse le spalle alla

vita, e dicesse al genitore "voglio seguirti nel tuo destino". Entra in gioco l'amore

cieco del bambino.

"PRENDO IL TUO POSTO" - Il figlo dice "lo faccio per te", ovvero è il voler prendere

su di sé il fardello di un'altra persona. Tale situazione può essere inizialmente

determinata dalla volontà di un genitore di seguire qualcuno della sua famiglia di

origine nella morte ed essere successivamente portata avanti da uno dei suoi figli,

che per amore dice alla madre: "prendo io il tuo posto, muoio io al posto tuo".

"VOGLIO ESPIARE LA TUA COLPA" - Alcune volte può essere una colpa propria,

come nel caso di una donna che ha avuto numerosi aborti, e si ammala di tumore

all'utero. Ci si può anche caricare della colpa di un altro componente familiare di cui si

è preso il posto. Per esempio, se un omicida non è stato punito per il suo crimine, un

discendente può caricarsi di questa colpa e responsabilità, ed essere pronto a un

suicidio o ammalarsi.

Nella psicogenealogia si va ad indagare l'albero genealogico alla ricerca

delle corrispondenze tra nome e date che potrebbero originare la cosiddetta Sindrome

da Anniversario.

Il sistema familiare ha bisogno di ritrovare la pace, di completare e chiudere le vicende

rimaste in sospeso: l'onere viene passato ai nuovi arrivati, alle forze giovani del sistema,

i cui sintomi sono dei segnali chiari e inconfutabili.

 

 


 

Il Movimento Interrotto

I genitori, e specialmente la madre, sono in grado di offrire ai figli amore, sicurezza, senso

di protezione e fiducia. Il figlio dipende in maniera totale dai genitori e in particolare

dalla madre, con la quale esiste fin dal principio un rapporto di unione simbiotica. Ma

anche in seguito il flusso di amore e di energia vitale che scorre dai genitori ai figli è

fondamentale per una crescita serena e armoniosa. Se il rapporto tra la madre e il figlio

si spezza precocemente a causa di un evento drammatico che colpisce la madre, il figlio

non sarà più in grado di ricevere: questa interruzione nel flusso di energia dalla madre al

figlio è chiamato appunto “movimento interrotto

Una gravidanza portata a termine in uno stato di ansia e pericolo per le condizioni esterne

(come nel caso di lutti, guerre o carestie), oppure per precarie condizioni fisiche, oppure

gravi difficoltà nel parto o, ancora di più, lunghe malattie fisiche della madre o del bambino

subito dopo il parto, sarebbero responsabili del movimento interrotto. Particolarmente

angosciante e traumatica viene considerata l'esperienza della morte della madre durante il

parto o poco dopo di questo.

Anche nel periodo dell'infanzia e dell'adolescenza, quando il bambino inizia a crescere e

a formarsi come individuo, la separazione dai genitori deve essere graduale e non

traumatica. Lo stato di shock può essere talmente grande, che dopo una prima reazione di

rabbia e di dolore, si sviluppa un blocco nella coscienza, carico di silenzio, di profonda

rinuncia e rassegnazione. Ne deriverà un adulto che ha imparato a non chiedere ciò di cui

ha bisogno, che rimane chiuso, contratto nelle relazioni a cui andrà incontro, ma dalle

quali si ritirerà presto con la consapevolezza che "Tanto è tutto inutile". Per paura del

rifiuto, pur desiderando ardentemente qualcosa, eviterà la possibilità di ottenerlo.

Per poter guarire bisogna tornare a quella situazione, recuperare il movimento

interrotto e portarlo a termine: il movimento risanatore porta l'equilibrio nel sistema,

rimette in collegamento il figlio con la madre (o con il padre), e in genere attraverso

un abbraccio prolungato, porta allo scioglimento del blocco, dando avvio alla guarigione

interiore.


R.Susanna Di Castri 

costellazionefamiliare33@gmail.com