L'ATTO DI PSICOMAGIA

è un atto teatrale/rituale che consente una comunicazione diretta con l'inconscio, attraverso il linguaggio analogico/simbolico con l'intento di cambiarne la narrazione, integrarla con informazioni nuove oppure portarla ad un suo compimento lì dove essa è stata bloccata da ferite e traumi del passato.
Vi è mai capitato di indossare per un colloquio lo stesso maglione indossato in occasione di un importante esame superato con successo?
Di mettere tutti i ricordi legati ad un/a ex dentro uno scatolone e gettarlo nella spazzatura o dargli fuoco in un atto liberatorio?
Di tagliarvi tutti i capelli prima di iniziare una nuova fase di vita?
Tutti questi esempi di “rituali” individuali trovano un corrispettivo nei rituali “sociali” radicati nelle nostre tradizioni.
Il palio del paese prevede colori e abiti ben definiti per ciascun rione in lizza per la vittoria.
La festività del carnevale prevede il falò del fantoccio, spesso composto di paglia e rami delle potature, per dire addio all’inverno e dare il benvenuto alla primavera. Il fuoco che si propaga infatti, allontanerebbe eventuali insetti nocivi per la crescita del foraggio, augurandosi così un ricco raccolto.
I guerrieri, le amazzoni usavano tagliare corti i capelli prima della battaglia. La finalità era molto pratica: per evitare che la chioma rimanesse incastrata durante il combattimento. Nel corso della storia questo è divenuto simbolo di forza e rinascita.
La Psicomagia non va considerata come un sostituto della terapia psicologica clinica ma piuttosto come una forma di terapia panica, intesa come atto creativo totalizzante. Il suo scopo è quello di favorire la consapevolezza e stimolare cambiamenti interiori nell'attore/consultante.
In questo contesto, la Psicomagia agisce come uno strumento per esplorare i territori dell'inconscio seguendo la "mappa" metagenealogica
Differenze fra Atto di potere /Atto psicomagico /e Rituale
- atto di potere = gesto, o sequenza di gesti, che ti aiuta a riallinearti con il tuo potere personale;
- atto psicomagico = gesto, o sequenza, che ha un effetto magico sulla psiche pur non lavorando a livello psicologico, cioè non trattando la psiche a livello terapeutico;
- rituale = gesto, o sequenza, creata in codice alfabetico atta a introiettare una o più informazioni nell’inconscio.
Simbologia riti religiosi
Lo sapevi che anche le funzioni religiose sono dei potenti rituali?
Simbologia del matrimonio
Prendiamo, ad esempio, il matrimonio: il padre accompagna la sposa all’altare mentre il marito è lì ad aspettarla, il prete celebra la funzione rivestendo un ruolo sacro mentre gli sposi hanno alle spalle i loro antenati che li sostengono.
Il padre è la figura che accompagna nel mondo, durante il matrimonio accompagna la figlia verso un nuovo sistema familiare. Il prete viene letto come Dio, quindi per l’inconscio le promesse vengono fatte di fronte a Dio stesso. Alle spalle degli sposi ci sono i loro antenati che li sostengono, esattamente come in una costellazione familiare.
Simbologia della confessione
Un altro atto psico-magico molto potente è la confessione: l’inconscio la legge come assoluzione di Dio. Con il tempo sono man mano diminuite le confessioni religiose e aumentate le professioni dedicate all’ascolto perché il bisogno di confessarsi è umano; quindi, resta invariato nel tempo seppur cambia la forma in cui si concretizza.
Simbologia della zuppa della vedova
Ci sono, poi, dei rituali collettivi che aiutano l’intera società a riconoscere il ruolo di un membro. Ad esempio, nella Malta di un po’ di anni fa c’era la zuppa della vedova. Quando un marinaio moriva in mare e lasciava la moglie vedova, la comunità andava da lei prestandole supporto e preparandole un piatto che si chiamava, appunto, la zuppa della vedova, questo rito era importante perché essendo Malta un’isola che viveva di pesca, la società maltese vedeva i pescatori di buon occhio poiché erano loro a garantire la sopravvivenza della comunità. Quindi, era un atto di rispetto profondo occuparsi delle loro vedove.
Non so darti indicazioni precise sul contenuto della zuppa, ma di certo veniva preparata dalle donne ‘vicine di casa’. Era il femminile che si dimostrava accogliente.
Riti sciamanici e rituali religiosi
I rituali religiosi che conosciamo noi sono molto simili ai riti sciamanici, o agli atti suggeriti dai curanderos. Sono ancora molto comuni in varie parti del mondo, tra cui l’Africa. Anche Hellinger, padre fondatore delle costellazioni familiari, vivendo tra le tribù Zulù per diversi anni, notò che le loro cerimonie avevano gesti e movimenti simili a quelli cattolici, da qui l’intuizione che il sacro è dentro ad ogni cosa.
Inoltre, gli Zulù facevano dei rituali ballati dove partecipava un’intera famiglia e quando un membro era deceduto chiedevano ad altre persone di rappresentarlo. Questa integrazione tra vivi e morti fu una scintilla che si accese in Hellinger,
Atti psicomagici prima di una costellazione familiare
Durante le sessioni di metagenealogia si studia il tuo albero genealogico, la tua energia, i tuoi talenti, cosa ti piace fare, come comunica il tuo inconscio con te e da tutte queste informazioni si va a potenziare il lavoro preparatorio per le costellazioni, ovvero la realizzazione di un atto di potere.
Possono essere atti fatti tramite disegni, lavori manuali, cose da scrivere o sepolture simboliche, oppure feticci da lasciare fluire in acqua.
La disarmonia è il risultato di un racconto che si chiama "la mia vita è..!".."Io sono così.." tutta roba che ti racconti tutti i giorni da sempre,e SONO SOLO PERCEZIONI NON è LA REALTà,, studiando questo racconto si può trovare uno specifico atto di potere personalizzato con il fine di creare un nuovo racconto e,una nuova versione di te stesso/a emergerà e da li anche il mondo attorno si trasformerà,le tue relazioni cambieranno e in meglio,il fine sempre è stare meglio,sentirsi soddisfatti,completare se stessi dall'interno. Premessa: tutto questo mai e poi mai sostituirà la terapia psicologica se è di questa che necessiti!
Pensa, quante volte anche tu hai provato a portare nella tua vita un cambiamento ma, poi, per un motivo o per un altro non ce l’hai fatta? Questo accade proprio perché continua a ripetersi il solito vecchio racconto. Pieno di io no..non posso...no ho quello..non sono quell'altro..è autosabotarsi dall'interno confermando fuori quello che ti anticipi inside.
Perché i rituali sono così presenti e potenti nella nostra vita individuale e sociale?
Nella nostra società occidentale, tendiamo a volte ad eseguirli per abitudine, tradizione. Talvolta non conosciamo le loro origini, né il loro significato simbolico. E questo li depotenzia, li rende privi di significato, alla stregua dei convenevoli.
I rituali hanno in realtà una potente funzione simbolica poiché si basano sull’azione, e superano quindi i limiti della logica e del linguaggio verbale.
Vanno dritti al punto. I rituali hanno il potere di parlare direttamente al nostro inconscio.
Tutto ebbe inizio quando Alejandro Jodorowsky (regista, scrittore, fumettista… e tanto altro),al limite tra l’Apollineo ed il Dionisiaco, dove la vita produce una danza a spirale come nell’estasi dei dervisci,artista surrealista e grande ammiratore di André Breton, negli anni ’60 entrò in contatto con una guaritrice messicana, Paquita.
Egli vide in lei un modo di agire molto simile a quello surrealista e intuì che i metodi che Paquita utilizzava per guarire i suoi “pazienti”, se così vogliamo definirli, non avevano alcun valore dal punto di vista della medicina tradizionale, ma avevano una tale “forza” che li pervadeva da portare spesso il “paziente” a reagire, a intraprendere egli stesso la strada per una guarigione, per ritrovare una forza positiva dentro di sé oppure, paradossalmente, per un’accettazione serena della malattia.
Jodorowsky, profondamente affascinato da un metodo di cura tanto caratterizzato da intrigante mistero e nello stesso tempo da consapevole finzione – che pure risultava così psicologicamente appagante e quindi “necessaria” al benessere delle persone – elaborò una forma d’arte che avesse come fine proprio la guarigione. E la chiamò “psicomagia”.
Quello che Jodorowsky aveva postulato si traduceva in questo:
per mezzo di quello che egli chiamava “atto effimero”, proponeva all’interlocutore un gesto da realizzare, in apparenza privo di logica o senza senso o campato per aria, ma che in realtà era carico di un dirompente impatto emotivo che in seguito lo avrebbe portato a vedere e percepire la propria realtà da un punto di vista altro, diverso e nuovo. In seguito, l’interlocutore, realizzando il gesto proposto dallo psicomago, avrebbe spezzato la quotidianità con i suoi problemi e il suo personale vissuto, per arrivare a una nuova percezione del problema stesso, riuscendo in un certo qual modo a guarire o ad accettarlo in tutta tranquillità
Vediamo alcuni esempi di atti psicomagici: una persona parlava a Jodorowsky dei propri problemi economici, dicendogli che non aveva mai un soldo in tasca. Jodorowsky gli chiese di incollare alle proprie scarpe due monete, in maniera tale che camminando si potesse sentire il tintinnio delle monete sulla strada.
A un ragazzo, orfano del padre, la cui figura, idealizzata e severa, continuava a influenzarne negativamente la vita, chiese di bruciare una foto del padre, gettando le ceneri in un bicchiere di vino e quindi di berlo. Atto per prendere in sè il padre e, un maschio vicino al padre diventa Uomo,se continua a rifiutare il padre,giudicandolo,accusandolo, sarà condannato nell'infanzia psicologica e nella rabbia infantile per sempre.
Il gesto psicomagico è dunque finalizzato a essere costruttivo e positivo. Il suo è un tentativo di dare all’arte una dimensione di “guarigione”, non più meramente estetica né con fini politicizzati. La sua opera “I vangeli per guarire” è un ulteriore tentativo in tal senso.
Nel libro “La danza della realtà” Jodorowsky raccontò di come si rivolse a lui e alla psicomagia per curarsi dalla depressione anche un grande attore italiano.
Il nome dell’attore in questione non è mai citato, ma dalle pur scarne descrizioni fatte si potrebbe pensare a Vittorio Gassman, il quale – ammesso si tratti di lui -, pare si fosse rifiutato di compiere il gesto psicomagico proposto da Jodorowsky (un complesso rituale in cui doveva sgozzare un gallo sulla tomba della madre), dicendo “ma io non posso. Io sono...ho un nome ...io sono un personaggio famoso”. Per Jodorowsky quella fu la vera natura della depressione dell’attore, il dover “portare” un nome come un’etichetta.
In pratica la psicomagia cura quelle che sono le ferite psicologiche di un individuo, liberandolo da traumi emotivi passati, nascosti il più delle volte nel nostro profondo. Consiste in sostanza nel compiere una serie di azioni pratiche, prescritte dal terapeuta, per riuscire a parlare al proprio inconscio, superando la censura della propria parte cosciente, liberandosi di quello che in pratica si è nella quotidianità per guarire blocchi psichici, abitudini e automatismi.
La psicomagia affonda le sue radici nelle tradizioni popolari e negli antichi rituali curativi degli sciamani e dei guaritori. Al pari dello sciamano infatti, lo psicomago prescrive un atto/rito che usa un linguaggio simbolico per comunicare con la propria mente irrazionale. Sostanzialmente, il terapeuta fa compiere un’azione precisa – a forte connotazione emotiva e simbolica – al proprio paziente, senza per questo assumere la tutela o diventare la guida del soggetto per lunghi periodi (come avviene invece in psicoterapia).
Gli atti psicomagici sono spesso atti paradossali che possono scuotere l’immobilità patologica e compulsiva di cui siamo prigionieri, determinando così una rottura con quelli che sono gli schemi del passato. La semplicità e la spontaneità, proprie delle antiche culture rurali, rendono i rituali profondi, efficaci e al tempo stesso mistici. Grazie a questa arcana alchimia, tra passato e presente, tra magia, psicologia e suggestione, la psicomagia cambia il nostro modo di interpretare la realtà e di conseguenza noi stessi.
Spesso una persona desidera smettere di soffrire, ma non è disposta a pagarne il prezzo, non è pronta a cambiare, a cessare di definirsi in funzione delle sue sofferenze. Una volta un cliente mi disse: Se tu mi dici che io facendo questo..quello guarisco..dopo Io come faccio?..devo poi fare tutto da solo...adesso che sono depresso ,triste i miei famigliari mi aiutano,fanno per me cose..se mi fai guarire io chi sarò dopo? mi toccherà farmi da me le mie cose faccende,no grazie preferisco stare così! e se ne andò! Quanta verità in questa affermazione.
Sei talmente abituato a vivere da vittima che la felicità che ricevi in questo momento ti fa piangere (Alejandro Jodorowsky)
Affinché un atto funzioni bisogna quindi essere coscienti di volersi liberare dai propri automatismi, blocchi e costrizioni patologiche, e intraprendere così l’atto psicomagico in modo deliberato, attivo e costruttivo. Bisogna in sostanza avere fede nell’atto “magico” da compiere per poter ottenere un risultato psicoterapeutico ed è necessario seguire alla lettera le istruzioni prescritte dallo psicomago affinché si abbia qualche beneficio. Quest’ultimo punto soprattutto è di fondamentale importanza: se l’atto psicomagico viene modificato o interrotto, anche il messaggio che si invia all’inconscio verrà mutato radicalmente,tagliato interrotto e, le conseguenze potranno essere molto disastrose,la sfiducia nel "Me stesso" aumenterà,le circostanze debilitanti si rinforzeranno,la malattia si sentirà piu' forte della mia capacità di guarire e soccomberò alle conseguenze della disfatta per non aver creduto in Me e nella mia stessa Magia.

Non sono qui a scrivere sulla validità della psicomagia. Credo fortemente nella potenza della consapevolezza della persona rispetto al proprio vissuto, ai propri traumi e alle proprie coazioni a ripetere.
E credo fortemente anche nel potere della frustrazione e della disperazione che è necessario sperimentare quando cercando di cambiare, si ricade continuamente nei propri schemi.
Mi trovo spesso a dire ai miei clienti che la consapevolezza è il 50% del percorso e sono certa che se a quel punto ci venisse offerta una bacchetta magica, tutti la useremmo per spezzare l’incantesimo dei nostri problemi senza uscita.
Ma credo anche fortemente che la magia più potente risiede in noi, nella nostra capacità di credere profondamente alla nostra possibilità di cambiare. Ed è qua che voglio scomodare la psicomagia, il rito.
Il cambiamento, che ci si creda o no, è un punto di non ritorno, non saremo mai più quelli di prima.
Il cambiamento prevede la morte di una parte di noi, proprio come il bruco che deve morire per far nascere la farfalla. Ed è molto più difficile di quanto si creda lasciare andare quella parte di noi che ci ha garantito la sopravvivenza.
Per questo credo che sia necessario celebrare questo passaggio con un rituale, per comunicare al nostro inconscio che è ora di lasciare andare, e che sopravviveremo anche senza quella parte di noi.
Pertanto, prepariamo la nostra scatola di oggetti che ci ricordano l’ex e sotteriamola ringraziando per tutto,sia il bene e il male che ha condiviso con noi,e' essenziale chiudere il passato con Amore sempre. Tagliamo i capelli ,per aprirci ad un cambiamento che desideriamo,cambio look fuori da me e cambio dentro me. Facciamo un falò e prepariamoci a dire addio all’inverno e fare spazio per la primavera ,anche se è estate usatelo come metafora per bruciare cose vecchie del vostro passato e con le ceneri potete..ma no !! qui poi esagero nel suggerire atti psicoMagici..lascio a voi al vostro intuito l'agire,fidatevi di voi del Mago della Strega in voi. Celebrate il vostro rito di passaggio. In fondo, i rituali sopravvivono dall’inizio dei tempi, da molto prima che si potesse iniziare a parlare di psicologia.
Curiosità relative ai tarocchi
Esiste un famoso psicoanalista italiano che ha scritto ed approfondito le funzioni e le caratteristiche degli arcani dei tarocchi, il suo nome è Claudio Widmann ( libro: Gli arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi). La presenza di Widmann nel mondo dei tarocchi è importante perché per certi versi non scarta la possibilità °proposta da Jodorowsky ovvero quella di utilizzare il tarocco come uno strumento introspettivo. Ulteriore testimonianza riguarda i tarocchi ce la fornisce Jung, il quale non si dedicò con completezza all’argomento poiché preferì dedicarsi allo studio dell’I Ching.
Queste sono una sorta di idee archetipiche, di natura differenziata, che si mescolano a componenti ordinari del flusso dell’inconscio, e perciò è adatto ad un metodo intuitivo che ha lo scopo di comprendere il flusso della vita, forse anche predire eventi futuri, eventi che si presentano alla lettura delle condizioni del momento presente (Carl Gustav Jung)
Non parlare di te stesso senza concederti la possibilità di cambiare (Alejandro Jodorowsky)
I fiori che sbocciano dalle condizioni più assurde sono anche i più belli, non resistere al cambiamento, agiscilo!
Claudio Widmann è psicologo-psicoterapeuta e analista junghiano. Esercita la professione di analista in Ravenna, ma affianca all’attività clinica quella di docente presso numerose scuole di specializzazione in psicoterapia, dove tratta soprattutto la teoria degli archetipi, la dinamica della vita immaginativa e il significato psicologico dei simboli. Quale Direttore dell’I.C.S.A.T (Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy), dal 1992 promuove la ricerca di convergenze fra il training autogeno analitico di Schultz e la psicologia analitica di Jung. Conosciuto in occasione : Martedì 20 marzo 2012 alle ore 21.00, a Cesena, presso IL VICOLO Galleria Arte Contemporanea (Via Chiaramonti, 6), Salotto “Letterario & Artistico” davvero speciale - nell’ambito della rassegna “Arcana Mundi” - dedicato agli ARCANI MAGGIORI (detti anche TRIONFI o LAME) e alla loro storia.
Alcuni Atti Psicomagici
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