Tuesday, May 20, 2025

 

                                         1° workshop Psicomagia



Era un sabato 27 e domenica 28 giugno 2009 si   svogeva a Napoli il workshop Psicomagia, tenuto da Alejandro Jodorowsky -eclettico artista e regista, direttore di teatro, autore di pièce e pantomime, di romanzi e sceneggiatore di fumetti, nonché curatore dell'animo umano- 

organizzato dall'Istituto di Psicoterapia della Gestalt e Analisi Transazionale (IGAT) in collaborazione con Polo Museale Napoletano

E' stata l'occasione per esprimere ancora una volta le sue radicate qualità di sciamano occidentale che, nel percorso di una vita vissuta intensamente e spesso in una dimensione colma di sofferenza, ha tratto la forza e la determinazione per una pratica artistica che restituisce all'arte e all'immaginazione la loro primitiva funzione curativa dell'animo umano. 

Provvisto di profonda capacità di contatto, sostenitore della pienezza del cuore e del vuoto della mente, ha elaborato un approccio di guarigione originale ed efficace fondato sulla psicogenealogia e psicomagia.                                                              Accedere ai problemi significa entrare nella famiglia del soggetto, penetrare l'atmosfera psicologica del suo ambiente, in quanto tutti siamo segnati, se non addirittura contaminati, dall'universo psicomentale dei nostri antenati (psicogenealogia).                                                                                                       Così molti individui fanno propria una personalità che non è la loro ma che proviene da uno o più componenti del loro ambito affettivo parentale.                        Nascere in una famiglia è secondo Alejandro Jodorowsky essere posseduto e questo possesso si trasmette di generazione in generazione, proiettando sui propri figli ciò che prima era stato proiettato su di noi.                                                      Per acquisire la libertà di azione occorre interrompere tale circolo vizioso. Affinché la presa di coscienza divenga efficace, Alejandro Jodorowsky ha elaborato la psicomagia, basata sull'induzione a far compiere un'azione precisa -a forte connotazione emotiva e simbolica-, senza per questo assumere la tutela o diventare la guida del soggetto per lunghi periodi (come avviene in psicoterapia).

 Gli atti psicomagici sono dunque atti paradossali che possono scuotere l'immobilità patologica e compulsiva di cui siamo prigionieri a causa delle nostre fobie e dei nostri malesseri, per l'appunto in buona parte trasmessici o comunque sostenuti dalla nostra storia familiare.                                                                           La progressiva consapevolezza dell'influenza interiore, che esercitano su ognuno di noi convinzioni, credenze, simboli, miti consolidatisi nella storia familiare, ci consente di passare da una fase di inattuale reazione (ad antichi eventi familiari) ad una fase di azione radicata nel qui ed ora e pertanto attuale.                              Cinque tappe -atto poetico, atto teatrale, atto onirico, atto magico, atto psicomagico- l'hanno portato a codificare la psicomagia come una vera e propria forma artistica di psicoterapia: - l'atto poetico crea "un'altra realtà in seno alla realtà ordinaria", però non deve mai arrecare danno alle persone, anzi "deve provocare un'impressione sempre positiva". 


Esempi recenti di atto poetico in Italia sono stati colorare di rosso l'acqua della fontana di Trevi (19 ottobre 2007) o ricoprire Trinità dei Monti di migliaia di palline colorate (16 gennaio 2008); - l'atto teatrale è un atto poetico rappresentato in maniera strutturata, per rivolgersi ad un pubblico; visti i presupposti eversivi di un atto poetico nel senso inteso da Jodorowsky, questo nuovo atto non può che dar vita ad un teatro d'avanguardia, messo in scena più facilmente su un autobus che sopra un palco, ed a film totalmente sui generis e surreali quali El Topo (1971) o Sangue santo (1989); - l'atto onirico (in cui in un certo senso Jodorowsky mette insieme il pensiero di Jung e Castaneda) non significa spiegare il sogno ma "continuare a viverlo in uno stato di veglia per capire dove ci porta.L'azione di colorare di rosso l'acqua della Fontana di Trevi, avvenuta nel 2007 e in seguito ripetuta, è stata interpretata come atto di protesta della citta di Roma (1)              L'atto, pur considerato vandalico, è stato percepito come una forma di arte performativa, un "atto poetico" che ha suscitato diverse interpretazioni.

(1)Performance dell'artista che ha compiuto l'azione, Graziano Cecchini, ha spiegato che il gesto era un modo per "gridare che Roma non è morta, che è viva e che è pronta ad essere la Capitale dell'arte, della vita, della rinascita". Il colorante rosso, a base di anilina, non ha causato danni permanenti alla fontana.

Il significato dell'atto, quindi, può essere interpretato in diversi modi:                                                                   Protesta contro la corruzione e il degrado:  L'artista ha dichiarato che l'azione voleva essere un grido di allarme contro lo stato di cose a Roma.
  • Ammaliamento per la bellezza e il valore storico:  La Fontana di Trevi, simbolo di Roma, è stata trasformata in un'opera d'arte temporanea, suscitando interesse e riflessione.
  • Efficacia simbolica:  L'azione, pur non ottenendo immediatamente un cambiamento, ha portato alla discussione e alla presa di coscienza di alcuni problemi legati alla città, come il degrado e la necessità di un cambiamento.
  • In sostanza, l'atto di colorare la Fontana di Trevi è un esempio di come l'arte possa essere utilizzata come strumento di comunicazione e di protesta, anche quando non è esplicitamente pensata come tale. 

 La fase successiva, che supera ogni tipo di interpretazione, "Ciò che ci intimorisce perde qualsiasi potere nel momento in cui smettiamo di combatterlo"; - l'atto magico: a questo punto Jodorowsky si è chiesto chi "fosse l'artista benefico, il mago buono, capace di creare opere d'arte dotate di forze così positive da indurre l'osservatore all'estasi"; "Nella psicomagia spetta all'inconscio decifrare l'informazione trasmessa dal cosciente";

 "E se ti rivolgi all'inconscio con il suo linguaggio, ti risponderà subito" in quanto "in ogni adulto, perfino in quello più sicuro di sé, dorme un bambino desideroso d'amore, e che il contatto fisico è più efficace di qualsiasi parola per stabilire una relazione di fiducia e rendere il soggetto disponibile a ricevere".     


         

Le basi psicologiche su cui si fonda l'efficacia della magia (e quindi il segreto degli sciamani) è quello di sapere "come rivolgersi direttamente all'inconscio tramite il suo linguaggio, (...) attraverso le parole, gli oggetti o le azioni" ed "... in tutte le culture si ritrova il concetto della forza della parola, la convinzione che l'espressione di un desiderio in una determinata forma possa provocarne la realizzazione"; - l'atto psicomagico: "Che tu abbia o non abbia fede (nell'atto magico da compiere per ottenere un risultato psicoterapeutico, ndr), devi avere la volontà di seguire alla lettera le istruzioni (prescritte dallo psicomago, ndr)";

 "Per risolvere un problema non basta identificarlo. Non serve a niente essere consapevoli se non si passa all'azione";                                                                   "La gente desidera smettere di soffrire, è vero, ma non è disposta a pagarne il prezzo, a cambiare, a cessare di definirsi in funzione delle sue adorate sofferenze".

 Per vincere questa sorta di inerzia, serve assumersi la responsabilità di realizzare un'azione concreta, in grado di scardinare abitudini, automatismi e coazioni a ripetere: l'atto psicomagico diventa il mezzo per trasformare la consapevolezza conscia in un comando dato all'inconscio, perché solo la "collaborazione" dell'inconscio può guarire i nostri "blocchi" psichici. Jodorowsky illustra molti esempi di atto psicomagico, ad esempio il seguente:                                                                             

"Un ragazzo si lamenta di 'vivere tra le nuvole', di non riuscire a 'tenere i piedi per terra' nè ad 'avanzare' verso un'indipendenza economica.                                 Prendo le sue parole alla lettera e gli propongo di trovare due monete d'oro e di incollarle alle suole delle scarpe, perché calpesti oro tutto il giorno.                       A partire da quel momento, scende dalle nuvole, mette i piedi per terra e comincia a camminare ... In questo atto mi sono servito addirittura delle parole usate dal mio paziente".                                                                                                                      In conclusione, la psicomagia parte dall'assunto che nessuna presa di coscienza di noi stessi vale a cambiarci a meno che non si sostanzi in un'agire concreto.

 Si tratta di un concetto implicito nel pensiero magico dello sciamanesimo, che opera proprio tramite riti che parlano direttamente "ai nostri dei". Al pari dello sciamano uno psicomago prescrive un rito, che usa il linguaggio simbolico dell'inconscio per comunicare direttamente con esso, superando e vincendo le censure e le resistenze della nostra parte conscia. 

La versatilità di Alejandro Jodorowsky ha elaborato -con l'analisi psicogenealogica e gli atti psicomagici- ulteriori strumenti disponibili per favorire il processo di guarigione e di riequilibrio esistenziale dell'individuo.


                                Esempi di analogia di azione:
  • Uccidere la paura:
    Se si ha paura di un animale, anziché evitarlo, si potrebbe "ucciderlo" simbolicamente, ad esempio tagliando un'immagine dell'animale o bruciando una sua rappresentazione.
  • Affrontare una perdita:
    Se si è in lutto, si potrebbe compiere un atto simbolico di commiato con un oggetto legato al defunto, come bruciare una sua foto o scrivere una lettera di addio. Essendo nell'adulto/a consapevole che non è eresia o atto "contro" la fede la chiesa o Dio..nooo è agire per Se stessi,sanando una lacerazione nel'inconscio di se stessi,che non distingue bene o male, brutto bello, nè cattolico o mussulmano,semplicemente l'Esistere , esistere per stare bene alla Vita e.nel mondo.
  • Trasformare un'emozione negativa:
    Si potrebbe "scuotere" un'emozione come la rabbia o la tristezza attraverso un atto che rappresenti il movimento opposto, come ridere in modo esagerato o fare qualcosa di spensierato.



  •                           Principi chiave dell'analogia di azione:
  • Atto paradossale: Il gesto deve essere inaspettato e non collegato direttamente al problema.
  • Intenzione: L'atto deve essere compiuto con la piena consapevolezza del proprio obiettivo.
  • Simbolismo: L'atto deve essere un simbolo della trasformazione che si desidera raggiungere.
  • Concentrazione: È importante dedicare la propria attenzione e concentrazione all'atto.
  •                                                    In sintesi:
    La psicomagia e il suo metodo delle analogie di azione invitano a uscire dalla rigidezza delle nostre emozioni e dei nostri comportamenti per affrontare i nostri disturbi mentali attraverso atti simbolici e paradossali. Questi gesti possono scuotere la nostra psiche e favorire un cambiamento positivo, in quanto agiscono come un invito alla trasformazione e alla guarigione, come afferma il sito Psychomedia. 

                              2°  workshop Psicomagia
Era un  sabato 29 e domenica 30 maggio 2010 si  svolgeva a Napoli il workshop di Alejandro Jodorowsky                                                                                                 'Dall’Io al Noi' Psicogenealogia - Psicomagia - Psicosciamanesimo -                    Esercizi collettivi                                                                                              organizzato dall'Istituto di Psicoterapia della Gestalt e Analisi Transazionale (IGAT)
Alejandro Jodorowsky, oltre che noto regista e scrittore, è anche dottore in psicologia, originale elaboratore di un approccio di guarigione, fondato sulla psicogenealogia e psicomagia.
Infatti la neuropsicologia e l'approccio sistemico sempre più elaborano dati che disvelano una forza, che agisce costantemente su di noi e definita da Alejandro Jodorowsky "egregore” familiare.
 Questo termine sta ad indicare il carico emotivo-cognitivo che ogni soggetto subisce per il semplice fatto di nascere, crescere, operare in un nucleo familiare.

Non è il generico ed ovvio confronto con opinioni, bisogni, desideri, che ogni individuo ha da effettuare nell'interazione costante con l'ambiente circostante.          E' la pressione determinata da convinzioni, credenze, simboli, miti -strutturatisi e convalidatisi nel processo di sviluppo (e prima che la struttura logico-astratta si sia consolidata)- ed assorbita come marcato condizionamento emotivo-cognitivo. 
Un “egregore è un'entità collettiva creata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti a un raggruppamento, a un popolo, ad un nucleo familiare;                    per esempio i loro pensieri, i loro desideri che vanno tutti nella medesima direzione formano un “egregore” impregnato, nutrito, modellato da quella collettività.

 Accedere ai problemi significa dunque entrare nella famiglia del soggetto, penetrare l'atmosfera psicologica del suo ambiente, in quanto tutti siamo segnati, se non addirittura contaminati, dall'universo psicomentale dei nostri antenati (psicogenealogia). Così molti individui fanno propria una personalità, che non è la loro ma che proviene da uno o più componenti del loro ambito affettivo parentale. Nascere in una famiglia è secondo Alejandro Jodorowsky essere posseduto e questo possesso si trasmette di generazione in generazione, proiettando sui propri figli ciò che prima era stato proiettato su di noi.
 Per acquisire la libertà di azione occorre interrompere tale circolo vizioso. Affinché la presa di coscienza divenga efficace, Alejandro Jodorowsky ha elaborato la psicomagia, basata sull'induzione a far compiere un'azione precisa -a forte connotazione emotiva e simbolica-, senza per questo assumere la tutela o diventare la guida del soggetto per lunghi periodi (come avviene in psicoterapia). 


Gli atti psicomagici sono dunque atti paradossali che possono scuotere l'immobilità patologica e compulsiva, di cui siamo prigionieri a causa delle nostre fobie e dei nostri malesseri, per l'appunto in buona parte trasmessici o comunque sostenuti dalla nostra storia familiare. 
La progressiva consapevolezza dell'influenza interiore, che esercitano su ognuno di noi convinzioni, credenze, simboli, miti consolidatisi nella storia familiare, ci consente di passare da una fase di inattuale reazione (ad antichi eventi familiari) ad una fase di azione radicata nel qui ed ora e pertanto attuale. 

Fattore importante che l'analisi psicogenerazionale denota è il fenomeno dell'impatto delle morti improvvise o precoci in ambito familiare; in genere l'emozione che si instaura in caso di morte improvvisa o precoce è di rabbia-risentimento, accompagnata dalla cognizione ”ma perché è capitato proprio a me?", che i familiari rimuginano spesso incessantemente. 
Il carico emotivo-cognitivo collegato a morti improvvise o precoci, dunque, si esprime in un accumulo di rabbia-risentimento che interferisce con la struttura di personalità del soggetto, soprattutto se rimane a livello inconsapevole.




 La mancata consapevolezza di questa rabbia-risentimento non consente il completamento del processo di elaborazione e dunque determina la cronicizzazione di queste emozioni. 
Molti atteggiamenti e comportamenti tendenzialmente ostili possono pertanto scaturire dalla cronicizzazione della rabbia-risentimento, il cui mancato riconoscimento e relativa elaborazione possono inoltre sostenere processi di somatizzazione.
 In conclusione, mentre tendenzialmente siamo portati a sbarazzarci del nostro passato (ad esempio liberandoci di situazioni ed oggetti conflittuali), possiamo invece avere difficoltà a divenire progressivamente consapevoli dell'influenza interiore che convinzioni, credenze, simboli, miti consolidatisi nella storia familiare esercitano comunque su ognuno di noi. 
Solo un costante e continuativo impegno di elaborazione ci consente di passare da una fase di reazione ad una fase di azione.
 Laddove ci illudiamo di stare agendo, invece spesso stiamo ancora prevalentemente reagendo ad antichi eventi familiari.

 Per sapere a cosa stiamo reagendo, può essere indubbiamente utile quanto ricavabile dall'analisi psicogenerazionale ed operativamente liberarsene tramite la psicomagia, originali approcci elaborati da un terapeuta sistemico ed ulteriori strumenti a disposizione del processo di guarigione e di riequilibrio psicofisico ed esistenziale.

Lo scopo di questi appunti è quello di restituire una visione personale delle azioni artistiche comunemente chiamate performance, attraverso la riflessione su di una lunga esperienza di ricerca che si è necessariamente confrontata con le avanguardie delle terapie sistemiche nella sfera antropologica. 
Sono sempre stata interessata all’aspetto vivo della performance o atti psicoMagici, quelli più sinceramente legati ad una pratica fondamentalmente liberatoria, antagonista e libertaria, cosciente che, come sostiene Walter Benjamin, l'opera d'arte perde la sua aura magico sacrale nel momento in cui diventa oggetto riproducibile, negandosi, o venendogli negato, quel ruolo di linguaggio-transfert che ne ha caratterizzato il divenire, prima al servizio della magia, poi della religione, infine del potere temporale, sacrificandosi come segno-oggetto simulacrale nell'ambito di una generale economia politica del segno.
La terapia panica,o Psicomagica  non cerca solo di guarire ma anche di insegnare alla gente come essere felici, nonostante tutto. E aggiungo SI,SI PUò TU PUOI ESSERE FELICE..NONOSTANTE TUTTO, FELICE.



Jodorowsky è la cartina di tornasole, la “prova del nove” di quanto sostiene Freud:

 la nevrosi è una coazione a ripetere il trauma ma in forma distorta, attraverso un linguaggio simbolico divenuto indecifrabile. 
E mentre Freud persegue la via dell’interpretazione che fa affiorare alla coscienza il contenuto rimosso, Jodorowsky al contrario inventa ogni volta un atto sintetico, radicalmente artistico e capace di sovvertire ogni regola o pregiudizio razionalista, confermandosi come l’allievo anarchico e geniale e del padre della psicoanalisi.

 Ma qual è l’arte di Jodorowsky? Non esiste ancora una codificazione scientifica di quanto lui ha creato, di questa cura attraverso la rappresentazione utilizzata come farmaco. La sua arte s’identifica con la terapia, il cui potere di cambiare il mondo (individuale e collettivo)  calandosi ogni volta nel ruolo di regista dell’inconscio.




                                                                                                                                             



PS.   
le fotografie sono tratte da apputi di psicomagia realmente creati per terapie su partecipanti 
                                                                                                                      Susanna Di Castri


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